E’ tutto collegato. Quello che accade ora agli animali, succederà in seguito all’uomo. Indira Gandhi

Vivisezione. Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni. Albert Einstein

La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. M. K. “Mahatma” Gandhi

  • Pensiamo ai problemi di assistenza legati agli anziani: in Italia attualmente sono 555 mila gli anziani soli.
  • Pensiamo alle migliaia di giovani che hanno problemi di comportamento o disabilità fisiche o intellettive, oppure a quanti giovani soffrono di gravi psicopatologie, come i disturbi ossessivi compulsivi, disordini alimentari, fobie, etc.
  • Ricordiamoci del problema sociale delle carceri: i detenuti italiani nel 2011 sono a quota 66 mila persone (fonte Istat), il 40% è già in reinserimento nella società.
  • Aggiungiamo il problema legato agli animali: dalla tutela dei loro diritti alle emergenze sanitarie, al costo del mantenimento dei canili pubblici. Secondo i più recenti dati diffusi dal Ministero della salute, in Italia sarebbero circa 600 mila i cani randagi, che possono diventare veicolo di malattie, causare incidenti, essere causa di degrado e inquinamento ambientale.

 

E SE GLI ANZIANI SOLI, I GIOVANI IN DIFFICOLTÀ, I DETENUTI IN CERCA DI UNA CHANCE E GLI OPERATORI DI PET THERAPY INCONTRASSERO GLI ANIMALI RANDAGI O DEI CANILI ?

Questo è uno degli interrogativi dal quale siamo partiti per elaborare il Progetto di ricerca intervento Anima Animalis, che nasce dal desiderio di tutelare i diritti dei nostri amici a quattro zampe, senza divenire animalisti sfegatati, MA DANDO LORO UNA NUOVA DIGNITÀ SOCIALE RICONOSCENDO IL LORO EFFETTIVO CONTRIBUTO AL BENESSERE DELLE PERSONE, individuato ancor in maniera troppo frammentaria.

ABBIAMO INOLTRE BEN CHIARO CHE LA SALUTE UMANA E DELL’HABITAT CHE CI CIRCONDA, È STRETTAMENTE CORRELATA A QUELLA DEGLI ANIMALI CON CUI L’UOMO ENTRA IN CONTATTO O DI CUI L’UOMO SI SERVE.

MA PERCHÉ PROPRIO GLI ANIMALI?

Che la vicinanza di un animale, per l’essere umano, abbia indubbi effetti benefici sulle relazioni, sullo stato psico-fisico, e più in generale sul benessere familiare è cosa arcinota tanto da generare stereotipi e da essere comunemente accettato come stato di fatto per buona parte della popolazione.

Le prime ragioni che vengono in mente per spiegare l’intensità del rapporto uomo-animale domestico sono quelle più superficiali, come il reciproco affetto, la passeggiata insieme, il gioco ecc, ma ve ne sono di ben più profonde. La relazione assume diverse specificità a seconda della componente umana in gioco, ovvero che si tratti del rapporto animali-bambini, animali famiglie o animali-anziani.

Tutte e tre le macro-aree sono unite dal filo conduttore della sensazione di benessere e pienezza di esperienza generata dal rapporto con l’animale domestico, nonché dalle costanti di specificità, plasticità e flessibilità della relazione.

Molteplici e affascinanti i significati assunti dal rapporto animale-bambino. Crescere con un cane o gatto influenza positivamente lo sviluppo della personalità del bambino, la formazione del carattere, lo sviluppo corporeo, la percezione temporo-spaziale; a questo proposito Ferrauti ha osservato come i bambini che crescono con un cane o gatto camminano meglio e prima, rispetto agli altri.

Altrettanto importanti sono i risvolti del rapporto uomo-animale nell’ambito della famiglia. L’animale domestico ha una forte influenza sulle relazioni tra i componenti della famiglia, riducendo la generazione dell’aggressività interna (mancanza di colloqui, ansia, stress) ed esterna. Ciò non significa che riversiamo sull’animale le nostre frustrazioni, bensì che cani e gatti ci offrono uno stimolo, un modo sano per scaricare le tensioni (la festosa accoglienza al ritorno a casa, la salutare passeggiata al parco), giovando alle dinamiche familiari.


Compagnia, gioco, affetto, sono senz’altro elementi importanti del rapporto tra animale domestico e anziani, ma c’è molto di più.


E’ provato che possedere un animale RIDUCE I CASI DI DEPRESSIONE NELL’ANZIANO, legati alla perdita della voglia di vivere
. L’anziano ha di nuovo qualcuno che ha bisogno di lui, delle sue cure ed attenzioni. Soprattutto il cane assume un forte ruolo sociale, obbligando l’anziano ad uscire e incontrare alte persone. La cura dell’animale comporta notevoli benefici anche a livello fisico – spingendo a una moderata attività – intellettivo, mnemonico e organizzativo. Infine si crea un rapporto d’affetto che sostituisce altri legami che nell’anzianità tendono a diradarsi.


Infine è così riconosciuta la capacità benefica dell’animale che laPet Therapy (utilizzo del rapporto uomo-animale per fini terapeutici)è da anni riconosciuta dall’OMS al pari di qualsiasi altra terapia convenzionale; anche il nostro Servizio Sanitario Nazionale l’ha riconosciuta e ammessa nel 2003.

Come agisce la Pet Therapy?

<La Pet Therapy fu introdotta nel 1953 dallo psichiatra infantile Boris Levinson, che mise in correlazione il benessere dei suoi pazienti e la compagnia dei loro animali domestici, descrivendo la propria esperienza nel libro “The dog as Co-Therapist”, dove eleva ufficialmente il ruolo dell’animale nelle cure psicologiche a co-terapeuta e conia il termine Pet Therapy per definire le terapie basate sui benefici della relazione uomo-animale.

La Pet-therapy è dunque una risorsa co-terapeutica preziosissima, che prevede l’inserimento di un animale in diversi contesti come il sostegno educativo, riabilitativo scolastico al fine di promuovere benessere, integrazione sociale, processi riabilitativi e compliance terapeutica.

Di straordinario interesse è lo studio di Wilson (1991) in cui egli dimostra come i proprietari di piccoli animali ottengono una notevole diminuzione dei livelli di ansia, attraverso una ricerca condotta nel Maryland con un gruppo di studenti di un college. L’effetto della relazione con l’animale sulle conseguenze psicologiche dello stress (livelli di ansia) è stato esaminato in tre differenti condizioni: lettura ad alta voce, lettura silenziosa e interazione con un cane affettuoso ma sconosciuto. Dalle analisi effettuate risulta che leggere silenziosamente e interagire con l’animale fanno diminuire i livelli di ansia, soprattutto nei proprietari di cani.


I meccanismi d’azione fondamentali della Pet Therapy sono:

  1. il rapporto uomo-animale, affettivo ed emozionale, in grado di arrecare non solo benefici emotivi, psicologici e fisici;
  2. la comunicazione uomo-animale, che si basa su una forma di linguaggio molto semplice, che produce un effetto rassicurante, sia in chi parla, sia in chi ascolta;
  3. L’allontanamento del senso di alienazione ed isolamento attraverso la comunicazione con l’altro, l’intrattenimento, l’elemento ludico, con il gioco ed il divertimento, che portano benefici psicosomatici. Le persone, tramite esso, possono liberare le loro energie e ricavare sensazioni di benessere e di calma;
  4. il contatto corporeo, il piacere tattile permettono la formazione di un confine psicologico, della propria identità,
  5. la facilitazione sociale: la presenza di un animale, spesso, costituisce un’occasione di interazione con altre persone;
  6. la responsabilità nella cura di un eventuale animale di proprietà;

Più in generale, il legame (attaccamento) che si viene a creare tra uomo e animale può, almeno in parte, compensare la mancanza eventuale di quello interumano, e, comunque, favorire lo sviluppo di legami di attaccamento basati sulla fiducia, che potranno, in seguito, essere anche trasferiti ad altri individui; la capacità di identificarsi con l’animale (empatia), nel tempo, viene trasferita anche alle relazioni con gli altri esseri umani.

A onor del vero, non dobbiamo dimenticare che la pet therapy è una “co-terapia”, ovvero un intervento di facilitazione delle terapie vigenti, nei confronti delle quali deve porsi in maniera sinergica e complementare.

Cosa ci guadagnano gli animali?

Il nostro lavoro si rivolge ad animali randagi e abbandonati, in particolare gatti e cani, che, oltre a rappresentare per le istituzioni italiane e straniere uno scottante problema da risolvere ed un ingente costo sociale, sono destinati ad una fine tristemente nota. Il Progetto parte dalla considerazione che essi hanno il sacrosanto diritto di condurre un’esistenza dignitosa al pari di qualsiasi altro essere vivente, incluso l’uomo; noi intendiamo dar loro una seconda chance e in verità la chance la diamo a noi stessi, nel senso che in questo modo abbiamo la possibilità di “farci perdonare” il male loro fatto.

 

E i detenuti?

Spesso, ci si chiede in che modo i detenuti possono riabilitarsi; la partecipazione attiva ad azioni sociali resta uno dei percorsi più seguiti. Perché allora non consentire loro di contribuire al lavoro di educazione degli animali e ai percorsi di condivisione sociale correlati? Abbiamo pensato a questo aspetto, sicuri di un beneficio reciproco sia per i soggetti in questione che per la collettività che ne riceverà i servizi.

I “pets” migliorano le relazioni e incitano al lavoro, base della reintroduzione dei detenuti, in futuro. Inoltre, avendo delle “responsabilità” essi riacquistano la fiducia nelle loro capacità e cominciano a ipotizzare un avvenire diverso da quello che hanno sempre immaginato.

 

Un bene per la collettività?

L’idea che ci guida in questo progetto è quella di CONSIDERARE GLI ANIMALI IN STATO DI ABBANDONO INVECE CHE UN PESO, UNA RISORSA DA VALORIZZARE E IMPIEGARE PER INCREMENTARE IL BENESSERE DELLE PERSONE come appunto giovani e anziani in difficoltà, riducendo così le spese socio-sanitarie.

Allo stesso tempo, anche il disagio vissuto da giovani e anziani comporta per tutta la società delle spese non indifferenti ed ora più che mai occorrono interventi adeguati.

Siamo del parere, infatti, che gli animali d’affezione randagi e abbandonati, se opportunamente recuperati ed educati per attività di carattere sociale di vario genere (Pet-therapy, compagnia, accompagnamento), possano rappresentare non solo una possibilità per migliorare la qualità della vita di alcune categorie di persone, ma anche un’opportunità per l’abbattimento dei costi sociali.

Chi partecipa?

Il progetto Anima Animalis prevede una serie di interventi alcuni dei quali già in corso, sotto L’EGIDA DELLA NARDONE-WATZLAWICK ONLUS, impegnata da tempo nell’offrire il proprio aiuto a persone in situazioni di disagio psicologico o di svantaggio sociale ed economico, dimostrando come i disturbi psichici e comportamentali possano essere condotti a guarigione in tempi brevi, senza necessariamente il ricorso massiccio a psicofarmaci o altre forme di invasiva terapia. Tutto ciò è stato realizzato grazie ai suoi straordinari volontari (affermati professionisti, psicologi e psicoterapeuti, problem solver), uniti dalla formazione nel Modello di Terapia Breve Strategica e di Problem Solving Strategico e dalla condivisione di un impegno sociale.

Infine grazie alla supervisione scientifica garantita dai membri del Comitato Scientifico, tra i quali spiccano il prof. Giorgio Nardone, direttore del Centro di Terapia Strategica, il prof. Alessandro Salvini, decano e innovatore della psicologia italiana, potremmo elaborare dei protocolli specifici e, grazie a questa prima ricerca-intervento, creare delle linee guida da replicare anche in altri paesi.

Il Progetto Anima Animalis coinvolgerà, nella realizzazione delle attività già in essere e di quelle in programma, anche altre Associazioni e singoli professionisti con competenze strategiche, come veterinari, educatori cinofili, etc.

 

E se volessimo contribuire?

L’Associazione Nardone-Watzlawick è una Onlus che agisce senza scopo di lucro: i collaboratori sono volontari e le finalità sono essenzialmente benefiche. Chiunque può partecipare alle iniziative dell’Associazione con un contributo finanziario o con il proprio supporto operativo.

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